GLI ANZIANI CRESCONO IN TUTTO IL MONDO MA NON COSI’ I LORO DIRITTI

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Pubblicato il Global Age Watch 2015, che riporta i dati relativi alla popolazione anziana che sta crescendo soprattutto nel nord Europa e nel nord America, e che evidenzia come l’aumento di età delle popolazioni stia modificando l’economia su scala mondiale. Il report rileva come non stiamo messi particolarmente bene in Italia, circa la qualità di vita. Veniamo dopo Thailandia, Messico, Cile e Costa Rica… Ciò che difetta in Italia è considerare le persone che hanno superato i 60 anni come una risorsa, con peculiarità e particolare esigenze di tutela dei diritti, in quanto spesso soggetti vulnerabili. I temi afferenti la III e IV età sono considerati invece per lo più solo dalla prospettiva previdenziale come una preoccupazione o un peso. 
D’altronde non abbiamo ancora disciplinato il testamento biologico e il fine vita; altri Paesi europei sono già alla rivisitazione della normativa in base alle accresciute esigenze e sensibilità sociali rispetto a questi temi: la Francia -ad esempio- ha emanato una prima disciplina nel 2005 che sta già rivedendo. 
Ma al di là del tema biogiuridico cruciale del fine vita, c’è l’esigenza di costruire tutele rafforzate: la riforma sulla filiazione ha introdotto la possibilità dei nonni di richiedere la tutela del loro diritto alla relazione con i nipoti minorenni quando ingiustificatamente negata dai genitori modificando l’art. 317 bis c.c.. Ma altri diritti non sono parimenti garantiti: ad es., non c’è un diritto al mantenimento dei genitori divenuti incapaci o comunque bisognevoli nei confronti dei figli, ma solo il ben più limitato diritto agli alimenti. CamMiNo, in audizione alla Camera sulla riforma della filiazione il 15 giugno 2012, propose una modifica dell’art. 315 c.c. che disciplinasse anche questo aspetto. I parlamentari di allora recepirono vari suggerimenti dell’associazione. Ma su questo aspetto la risposta fu…che era “troppo presto!”. 
Particolarmente drammatica la situazione delle donne anziane, che hanno un reddito inferiore a quello dei coetanei maschi, trovano molta difficoltà a essere considerate e a godere di una qualità di vita decente, pur essendo la loro vita media e la loro aspettativa di vita più alta. Relegare queste persone ai margini della società, vuol dire anche depauperarla di risorse preziose. Va riscoperta la solidarietà intergenerazionale e la ricchezza che ogni età della vita può apportare alla stessa società e alle altre generazioni.